lunedì 30 aprile 2012

Diradamento dei frutti


La pesca e` sicuramente la regina del frutteto. Delicata e fragile abbisogna di mille cure, forse anche per questo e` una delle mie preferite. Ma  certamente i sui frutti sublimi contribuiscono non poco a farla balzare in alto nella classifica.

La sua generosita` costringe il frutticoltore al diradamento dei frutti. Quando i frutti hanno raggiunto la grandezza di una noce e il nocciolo e` ancora molle, si tolgono quelli in eccesso.

Il periodo giusto dipende dalla cultivar, dall'andamento stagionale, dall'eta` della pianta, dal tempo del frutticoltore. Quanti frutti lasciare? Pochi, pochissimi, meno. Troppi frutti andranno a incidere sulla pezzatura e sulla qualita`.

I rami troppo carichi possono spezzarsi, oppure incurvarsi e prendere forme anomale. Il frutticoltore deve fare violenza alla sua anima ingorda, e deve togliere senza pieta`.


Solo alla sera, finito il lavoro, nel chiuso della sua stanzetta potra` abbandonarsi al pianto che ha covato dentro per tutta la giornata. ;^)


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13 commenti:

luby ha detto...

Io odio la frutta standardizzata!
Sei cattivo troppobarba!
Non te la puoi mica prendere con quei fruttini piccini piccio'!
Adesso li riattacchi tutti!!!

Ricordo che da piccola avevamo diversi peschi, e crescevano tante e tutte uguali, senza dover diradare.
Quindi non ho mai capito perche' si faccia .

Quindi si, torna in camera e rifletti... Cattivone!!!!!
;P

Ps puo' essere che le mie erano di un tipo in particolare?

blogredire ha detto...

Il mio unico melo è al primo anno di produzione ed è carico di frutti,che faccio,sfoltisco?Ciao.

Cristina Oltre le apparenze ha detto...

Anche io piangerei, pensa che non ho avuto coraggio di diradare il coriandolo che ora è tutto un groviglio soffocato... porello... Buona giornata Kri

CarloFelix ha detto...

io del mio pesco non mi preoccupo, lo lascio sempre in balia della bolla perchè non sopporto l'uso di trattamenti antiparassitari. ma il diradamento andrebbe fatto anche al susino e albicocco?

TroppoBarba ha detto...

@ Luby

Anche io odio la frutta standardizzata. Siamo d'accordo, si potrebbe finire qui. Ma io non sono per le risposte brevi.

Diradare non vuol dire avere frutti standard. Vuol dire avere frutti belli e sani. Poi se ne esce uno col baco, non lo butto di certo. Ma lasciare tutti i frutti sul pesco significa avere dei frutti grandi come noci al sapore di legno. Questa e` la realta` della vita. Puo` non piacere ma resta comunque un fatto.

Spessissimo mi viene fatta questa obiezione. "Mio nonno aveva dei frutti enormi e non ci ha mai fatto niente". Mi duole ammetterlo, ma il mondo e` cambiato, e parecchio. Non so se in bene o in male, ma e` cambiato. Mio nonno con due vacche ha tirato grandi cinque figli. Andava a milano col carretto, e non ha mai visto il mare.

Io non ho nessuna vacca e nemmeno cinque figli. A milano non ci vado perche` mi trovo a disagio nelle citta`. Il mare l'ho visto parecchie volte e navigo su internet.

Erano altri tempi, la vita scorreva in altra maniera. Certo si potrebbero recuperare le vecchie cultivar, alcuni lo fanno e una mezza idea ce l'ho anche io. Ma finche` restiamo in questo mondo digitale ed effimero le pesche, per il bene loro e nostro, vanno diradate.

Mi fermo qui altrimenti il commento diventa un post. ;-)

@ Blogredire

In linea generale si. Poi dipende dalla cultivar, dalla vigoria della pianta, dal clima, dal terreno, dalla disponibilita` di acqua e dal frutticoltore.

@ Kristina

Esatto. E` quello che volevo dire sopra. Puoi anche non fare certe pratiche, ma non e` un bene per la pianta.

@ CarloFelix

La bolla la combatti d'inverno con trattamenti a base di rame. Non mi pare un trattamento invasivo. Visto che e` anche ammesso in agricoltura biologica.

In alternativa contro la bolla va anche bene un taglio alla base del tronco, possibilmente da parte a parte. Non e` una battuta, meglio non averla piuttosto che lasciarla piena di malattia.

Certo le piante non sentono dolore, ma non mi pare giusto lasciarle al loro destino. Se le alleviamo diventiamo responsabili della loro salute.

Il susino non necessita, a parte piante molto generose, ma sono rare. L'albicocco e` praticamente un obbligo. Se i frutti si toccano danno origine a piccole lesione, che poi si infettano. Dando origine alla gommosi dell'albicocco. Malattia terribile, difficile da gestire una volta comparsa.

Ale ha detto...

Eh...c'hai ragione...ma penso proprio che non ce la potrei fare a staccare le peschine.
Come non ce la faccio a mettere meno semi o meno piantine...lo so, sono una donna debole! :P

LunaMea ha detto...

he he he!
Parlando di biodiversita'bisogna guardare questo video e tenere gli occhi ben aperti!http://www.youtube.com/watch?v=DSM5Jn4GLRQ
Ciao!!!

jane ha detto...

La mia pianta, invece, è autosufficiente: inizia con tanti fiori e relativi frutti, che poi passando il tempo cadono, per arrivare a maturazione con il giusto quantitativo. Sa bene che è meglio fare da sola, piuttosto che far metter mano alla "padrona"! ;)

francesca ha detto...

Ad Avercele le peschine....sto ancora aspettando che l'unico albero da frutta del nostro orto...un fico...cacci la prima fogla dopo l'inverno....piangerei anche io la sera ....
francesca

TroppoBarba ha detto...

@ Ale

Prendi un bel respiro, afferri la pesca con due dita e zac...

@ manu'

Non l'ho ancora guardato tutto, ma sembra molto interessante. Grazie. :-)

@ jane

Che piante e`? Pesca? Susino? Albicocco? Banana?

@ Francesca

Basta mettere una pianta di pesche per avere le pesche. ;^)

luby ha detto...

risposta esauriente ;)
gracias!

francesca ha detto...

Quassu in Germania ...solo all'ortobotanico, ma dai miei giu` a Somma Vesuviana ne abbiamo tante diverse mi consolero` questestate!
francesca

TroppoBarba ha detto...

@ Luby

De nada. :-)

@ Francesca

Non potrei mai vivere cosi` a nord.

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