giovedì 30 ottobre 2008

Guardo il cielo e aspetto



Giorni di pioggia. Dopo una stagione passata a zappare e sudare, e` arrivato il tempo del riposo. La natura si prepara a passare l'inverno. Il verde si trasforma in giallo, marrone e rosso. Ci si siede e si tirano le somme.

Il 2008 e` stato caratterizzato da un terribile giugno freddo e piovoso. Ne hanno fatto le spese le patate, le zucche, i pomodori e tutte gli ortaggi in generale. Le piante da frutto hanno sofferto non poco gli attacchi di funghi e parassiti. Funghi che hanno giocato sempre in casa, con tutta quell'umidita`.

Comunque a dispetto del tempo il raccolto c'e` stato. Magari non bello. Magari non tanto. Ma c'e`. Se dovessi dare un premio, penso che il primo classificato sarebbe il finocchio. Sono spettacolari, i piu` belli degli ultimi anni.

Aspetto che venga sabato per raccogliere una verza, intanto guardo il cielo e aspetto che spiova...
...bello fare il contadino in inverno :-)

P.S.
Sto ancora pensando al nome per la mia nemica talpa, ma non ne trovo nessuno che mi convinca.


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martedì 28 ottobre 2008

Il cavolfiore ha fatto l'uovo


Dopo il disastro di cui ho gia` parlato in un vecchio post. Le sopravvissute timidamente si fanno strada. Ecco qui sopra come appariva ieri uno dei superstiti. Quando comincia a spuntare il bianco del cavolfiore io dico che ha fatto l'uovo.

Nonostante le pessime premesse c'e` ormai quasi la certezza che anche quest'anno mangiero` cavolfiore autoprodotto. Oggi ha piovuto e anche questo aiuta.

Ecco qua un bel cavolfiore. Lo volevamo bianco. E` proprio bianco. :-)



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sabato 25 ottobre 2008

Prugno fiorito



Questa foto (sfocata sorry) e` stata scattata oggi. Siamo al 25 di ottobre e il prugno e` in fiore. Ottimo per i poeti e i sognatori. Non nego che il fascino dell'evento ha un po' colpito anche il mio burbero animo.

Pero` questa fioritura nel mese di ottobre e` decisamente "male". La pianta deve prepararsi ai rigori invernali, dismettere gli abiti estivi e portare pazienza fino alla prossima primavera. Invece e` tutta un turbine di ormoni e fioritura. Basta una gelata improvvisa, di quelle a cui ormai siamo abituati, e la poverella rischia la vita.

Senza contare che un fiore in piu` a ottobre e comunque un fiore in meno in primavera. Che si traduce in una minore probabilita` di avere frutti.

Questa prugna e` al suo primo anno di vita nel campo. E` stata piantata a primavera. Ha attecchito molto bene. La pianta aveva gia` due anni, ed ha portato a maturazione ben due prugne.

Il prossimo anno ho ancora intenzione di ampliare la squadra di "piante da frutto". Non manchero` di riportare dettagliatamente tutte le operazioni del caso.

Un ultima questione. Dopo molte ricerche e domande, non mi e` ancora del tutto chiara una cosa. Quale stramaledetta differenza c'e` fra prugne e susine? Ecco l'idea che mi sono fatto. Un tempo che fu le susine e le prugne erano piante con caratteristiche simili ma ben distinguibili. Poi con gli incroci operati dall'uomo le due speci si sono talmente avvicinate da non essere quasi piu` distinguibili. Almeno per le varieta` domestiche.

Aspetto clamorose smentite.


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venerdì 24 ottobre 2008

Il letame e` vita


Quando si parla di letame e` impossibile non citare il grande Fabrizio De André:

«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.»

Dopo aver succhiato per tutta l'estate sostanze nutritive dal terreno del nostro orto, e`ora arrivato il tempo di pareggiare i conti. Ogni carota, ogni fagiolo, ogni singola foglia di insalata che e` cresciuta nell'orto altro non e` che una trasformazione delle sostanze organiche presenti nel terreno in ortaggi. Coltivare verdure nel nostro orto impoverisce drasticamente il terreno.

In questo periodo e` moralmente obbligatorio fare qualcosa per ridare vita al terreno. Uno dei metodi piu` antichi e per certi versi migliori, e` quello di spargere letame sul terreno. Per i fortunati che possono procurarselo il letame di mucca resta insuperabile. Deve essere molto maturo e con una buona percentuale di paglia. Maturo nel senso che il letame abbia avuto il tempo di riposare e compostare per bene.

Dopo aver tolto tutte le erbacce e i residui delle coltivazioni, si passa a spargere uno strato di letame sul terreno. Bel lavoro di m***a. Fatto questo si puo` iniziare a vangare, avendo cura di lasciare grosse zolle. In questa maniera il gelo dell'inverno rendera` la terra morbida e farinosa. Lasciare il terreno troppo fine vuol dire vederselo compattare dalla pioggia.

Ci sono molti fertilizzanti in commercio. Chimici, biologici, biodinamici. Oggi i nomi rivestono molta importanza. Ma riflettere sulla natura delle cosa porta sempre dei vantaggi. Si tende a credere che il letame sia il concime biologico per eccellenza. Provate a pensare da dove viene oggi il letame.

Le mucche moderne non conoscono quasi piu` il sapore dell'erba. Sono imbottite di farmici e antibiotici. Tutto questo lo ritroviamo nei loro escrementi che vanno a formare il letame. La soluzione sarebbe allevare una mucca propria. Soluzione non certo facile. Non ci rimane che cercare un equilibrio il piu` sano possibile. Ho aperto con De andré, chiudo con i Litfiba:

«Sto cercando un paese innocente, ma questa terra e` gia` troppo malata»


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Cavoletti di Bruxelles verdi


Ecco qua dei bei cavoletti di bruxelles. Li volevamo verdi. Sono proprio verdi. :-)


Questi sono i primi cavoletti di bruxelles che coltivo. Grande e` la commozione per questo raccolto. Finiranno cotti al vapore con un filo di olio extravergine di oliva spremuto a freddo, e un minuscolo pizzico di sale marino. La semplicita` aiuta a gustare a fondo questa meravigliosa verdura. Buon appetito!


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martedì 21 ottobre 2008

Cachi rossi


Ecco qua due bei cachi. Li volevamo rossi. Sono proprio rossi.
:-)


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domenica 19 ottobre 2008

Cavoletti di Bruxelles


Cavoletti di Bruxelles o cavolini di Bruxelles, non ho ancora ben capito. Comunque la foto qui sopra non dovrebbe lasciare dubbi. Alcune verdure cambiano nome a seconda della zona, e dei dialetti. Per esempio io il cavolfiore l'ho sempre chiamato broccola.

Quest'anno e` la prima volta che mi cimento nella coltivazione di questo ortaggio. Se ne parla spesso nei libri e nei film, quasi sempre male. Di solito c'e` un bambino che urla stizzito "No, i cavoletti di Bruxelles per favore no".

Qualcuno dice che sono amari. Personalmente sono anni che non ne mangio, almeno non consapevolmente. Chi puo` dire che c'e` nel piatto di un ristorante? Il ricordo comunque e` dei migliori.

Quindi per togliermi il dubbio ho deciso di provare. Mi sono procurato le mie belle piantine e all'inizio di agosto le ho piantate nel campo. Come sempre avevo preparato il terreno con cura. Al solito si tratta di eliminare tutti i residui delle coltivazioni precedenti, togliere tutte le erbacce infestanti, e vangare con amore.

La resa di questi cavoletti non e` il massimo. A parita` di spazio e` molto piu` sostanziosa la verza o il cavolfiore. Speriamo che mi ripaghi la qualita`.



Piccolo errore del primo anno ( vedi foto sopra ). Li ho seminati troppo vicini. Le piante sono cresciute molto rigogliose e si spintonano in cerca di spazio. Hanno tolto tutta la luce a un povero cavolfiore che ho piantato li vicino, che adesso e` un po' sotto misura e ho forti dubbi che possa darmi il frutto sperato.


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giovedì 16 ottobre 2008

Troppo tardi


Too late come si dice dalle mie parti. Per chi non la riconoscesse quella nella foto e` una pianta di patata. Ha deciso di spuntare pochi giorni fa. Ma come molti avranno intuito ormai e` fuori tempo massimo.

Sicuramente si tratta di qualche patata o pezzo di patata lasciato nel campo dopo la raccolta. Approfittando delle temperature ancora miti ha preso coraggio ed e` uscita a dare un'occhiata.

Quest'anno con le patate e` stato un vero disastro. Il tempo non poteva essere peggiore. Ho seminato le patate a meta` di marzo e per tutto il mese di giugno non ha fatto altro che piovere. Complice un terreno molto pesante e poco drenante ( che fa pure rima ), le patate sono rimaste letteralmente sott'acqua.

Non sto qui a descrivere la pena che avevo nel cuore, quando andavo nel campo e vedevo spuntare le piante da una spanna d'acqua in stile risaia. Non parliamo poi delle temperature. Le piu` basse degli ultimi 150 anni. Per una pianta che appartiene alla famiglia delle solanacee non direi che sia una bella cosa.

Le piante sono avvizzite quasi tutte. L'erbaccia ha preso il sopravvento, piovendo sempre non c'erano le condizione per prendersi cura del campo. Le patate, quelle sottoterra, erano poche e molto piccole.

Mi ha salvato dalla fame e dalla carestia invernale il fatto che erano piu` di cento le piante che ho seminato. Cosi` anche se il raccolto e` stato misero, almeno per me puo` bastare. Niente eccedenza da distribuire. Peccato.

E adesso ecco che quella piantina mi spunta cosi` all'improvviso, per ricordarmi che dopo l'inverno vien la primavera. Successi e delusioni, questa e` la vita del contadino.


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mercoledì 15 ottobre 2008

I primi finocchi

Hai dovuto sgobbare. Hai dovuto zappare. Hai dovuto lottare contro l'erbaccia che cresce sempre e ovunque, mentre quello che semini tu ha bisogno di cure che neanche in rianimazione le fanno cosi`. Altrimenti si secca tutto da un giorno all'altro.

Hai dovuto pazientemente aspettare che il tempo la finisse coi suoi capricci. Molte volte hai perso la pazienza. Troppo volte hai detto "ma chi me lo fa fare?". Ma alla fine arriva sempre quel momento.

Ti piazzi li con quella faccia idiota, aspetti fino al limite massimo e poi con uno scatto improvviso ti chini e cogli i frutti. Ogni minuto che passi nell'orto lo spendi nell'attesa di quell'attimo. E` il giorno del raccolto.

Ecco qua i primi due finocchi di quest'anno. In barba ai maledetti afidi che pensavano di saperla piu` lunga. In barba alla stramaledetta talpa che ancora non ha un nome.

Son seduto tranquillo e mi gusto il nirvana del buon contadino.




P.S.
Il finocchio gradisce un terreno ben lavorato. Altrimenti la sua radice non riesce a scendere in profondita` e la pianta ne soffre. Vangate con cura e in profondita`. Una faticaccia che vi ripaghera`, parola del troppoBarba. Ciao.


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lunedì 13 ottobre 2008

Metamorfosi annunciata

Come gia` avevo predetto il cumulo ha cominciato a ridurre vistosamente la sua massa. Sebbene non sia nuovo a questo tipo di fenomeno, non riesco mai a trattenere un "ooohhh" d' incredulita`.

Sabato ho preso coraggio e ho ridato una forma al cumulo di piante di zucche, che ormai era arrivato ad altezza zero. Ho messo anche tutti gli altri scarti che avevo momentaneamente accatastato in altro sito. Nonostante tutto, il cumulo appare disperatamente piccolo.

Ecco la fotostoria della metamorfosi:

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sabato 11 ottobre 2008

Oro rosso


Il vero e unico oro del pianeta terra. Cosa sarebbe la vita senza questa meravigliosa bacca? Lo sanno bene i nostri antenati. Prima del 1500 e della scoperta dell'america, qui in Europa non c'erano piante del divino pomodoro.

La vita si trascinava inutile e lenta, l'ortaggio di punta era la rapa. Provate a immaginare una pizza con le rape al posto del pomodoro. Uno schifo. Non per niente il medioevo e` stato soprannominato "i secoli bui".

Poi finalmente nel 1540 lo spagnolo Hernán Cortés porto` i semi in Europa. In Italia abbiamo aspettato fino al 1596. Nei primi tempi il pomodoro veniva usato come pianta ornamentale. Finalmente a partire dalla seconda metà del XVII secolo comincia la sua diffusione e coltivazione. Il medioevo era finalmente finito.

All'inizio il pomodoro era di colore giallo, da qui il nome pomo d'oro, poi con selezioni e incroci si e` arrivati all'attuale rosso.

Cosa potete fare col vostro raccolto di pomodori? Mangiatene in insalata durante l'estate. Con l'eccedenza preparate la passata per l'inverno. Ecco come faccio a preparare la mia passata.

Cosa serve:
  • Pomodori
  • Una pentola grossa
  • Macchina per fare la passata di pomodoro
  • Un secchio o un catino
  • Una tela fine
  • Vasetti di vetro con coperchio
  • Coltelli e mestoli
  • Foglie di basilico
  • Un pizzico di pazienza
  • Un po' di voglia
  • Sale quanto basta
Il pomodoro va colto al massimo della sua maturazione. Deve essere di un bel rosso acceso, di una consistenza cedevole al tatto. Mi raccomando "cedevole" non molle tendente al marcio. Se raccogliete pomodori non completamente maturi, aspettate qualche giorno prima di fare la salsa, in modo che il pomodoro abbia il tempo di completare la sua maturazione.

Prendete i vostri bei pomodori e lavateli accuratamente. Gustate a fondo il momento, palpeggiando ad una ad una le bacche mature. Tagliate a pezzi i pomodori, in quattro o cinque parti va benissimo. Metteteli nella pentola e accendete il fuoco.

Non aggiungete assolutamente acqua, basta quella presente nel pomodoro. Salate secondo il vostro gusto. Non dovete cuocere il pomodoro, ma solamente scottarlo. Questa operazione serve per rendere piu` facile il passaggio del pomodoro nella macchina. Facilita inoltre la separazione fra la polpa e l' acqua del pomodoro.

Importante: mescolate con cura all'inizio, per impedire al pomodoro di attaccare sul fondo. Non vogliamo che la nostra passata abbia un retrogusto di carbone. Quando i pezzi di pomodoro hanno raggiunto la consistenza di un budino al cacao e la pelle tende a staccarsi da sola, togliete la pentola dal fuoco.

Dipende molto dalla grandezza della pentola e dalla quantita` di pomodoro, di solito in circa dieci quindici minuti dovrebbe essere tutto pronto. Fate delle prove le prime volte, dopo sara` facile regolarvi.

Prendete un secchio o un catino e metteteci la tela sopra, per fare da filtro. Fissatela ai bordi del secchio con delle mollette da bucato. Versate il contenuto della pentola nel secchio facendolo passare per la tela. A questo punto avete la polpa le bucce e i semi del pomodoro nella tela, l'acqua nel secchio.

Lasciate sgocciolare per qualche minuto. Se volete che la vostra passata sia piu` o meno densa prolungate o accorciate i tempi di sgocciolatura secondo le esigenze. Non buttate l'acqua che c'e` nel secchio. Vi servira` per "correggere" la vostra passata nel caso fosse troppo densa.

Fate passare il contenuto della tela nella macchina per la passata. Io consiglio vivamente quei modelli che separano i semi e la pella dalla polpa. Ce ne sono vari modelli in commercio.

La vostra mirabile passata e` pronta. Non resta altro da fare che metterla nei vasetti. Una volta riempito il vasetto io ci metto anche una bella foglia di basilico. Ogni volta che ne apro uno nuovo e sento il profumo del pomodoro al basilico vado in estasi.

Per garantire una perfetta conservazione, anche per qualche anno, bisogna creare il vuoto e sterilizzare i vasetti. Per fare questo prendete di nuovo la pentola grande e metteteci dentro i vasetti. Riempitela ora di acqua, avendo cura di far arrivare il livello dell'acqua sopra ai vasetti. Portate l'acqua ad ebollizione e lasciate bollire per dieci minuti. Ora i vostri vasetti di passata possono resistere tutto l'inverno.

I vasetti meglio prenderli di buona qualita` e con un buon coperchio. Sarebbe straordinariamente stupido dover buttare la passata per pochi euro di vasetto. Il coperchio soprattuto deve essere in buone condizioni. Coperchi che si avvitano male vanno scartati. Ci sono in commercio vasetti e coperchi che possono essere acquistati separatamente. Il vasetto in vetro e` eterno, ma cambiate spesso i coperchi.

Dopo che i vasetti si sono raffreddati, conservateli in luogo fresco e asciutto. Preferibilmente lontano dalla luce. Questo e` tutto.


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mercoledì 8 ottobre 2008

Radicchio di verona

Nonostante tutto i lavori nel campo vanno avanti. Questa settimana ho tagliato le foglie al radicchio di verona. Andiamo con ordine.

Nel mese di agosto ho seminato il radicchio. Come al solito il terreno era ben lavorato e privo di erbacce. In pochi giorni e` spuntato. Dopo circa due settimane ho tolto le piantine in eccedenza, per lasciare spazio e luce a sufficienza per quelle rimaste. Inutile tenerle tutte. Se le piantine sono troppe o troppo vicine non riescono a svilupparsi adeguatamente. Diminuisce il numero ma aumenta il raccolto.

Il radicchio io lo pappo a gennaio. Forma dei piccoli cespi abbastanza compatti. Prima di arrivare a gennaio la pianta emette delle grosse foglie che non sono commestibili. O meglio, io non le mangio, gli altri facciano come gli pare.

Queste foglie, come dicono gli "espertoni", non sono utili all'economia della pianta. Accorciandole si hanno principalmente due vantaggi. Primo si impedisce alle piante di soffocarsi l'un l'altra. Secondo si permette alla pianta di dare maggiori risorse allo sviluppo delle radici. L'operazione puo` essere ripetuta anche piu` volte. Questa per me e` la seconda.

Per poter mangiare il radicchio a gennaio bisogna anche avere cura di proteggerlo dalle gelate. Ma di questo parlero` a tempo debito.


Prima del trattamento.



Dopo il trattamento.


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Salute!

La coltivazione della terra, comporta una vita sana. Aria pura, tanto esercizio. Frutta e verdura in abbondanza, di provenienza certa e di qualita` ottima. E allora perche` mi sono beccato questo maledetto raffreddore che mi sta uccidendo? Esagero? Forse.

Adesso pero` sapete perche` sono un po' latitante questa settimana. Che etichetta posso dare a questo post? Mi sa che lo metto sotto "parassiti". Ciao. Etchuuuuuhhh!


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sabato 4 ottobre 2008

Il cumulo va giu`

Ho gia` cominciato a parlare del cumulo e a dire le prime cose su questa pratica formidabile. Sono passate un paio di settimane circa, da quando ho messo i resti delle piante di zucca. Guardate adesso come si presenta il cumulo.



Settimana prossima devo trovare il tempo per raggruppare il tutto. Come vedete il cumulo ha gia` perso piu` della meta` del suo volume. Il pratica si e` compattato sotto l'effetto del suo stesso peso e della pioggia. I resti verdi hanno poi perso una gran quantita` di acqua e sono seccati. La magia del compostaggio ha avuto inizio.


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Ho parlato troppo presto

Pochi giorni fa parlando della verza, avevo detto che non si era ancora vista la cavolaia. Ovviamente avevo parlato troppo presto. Oggi nel campo ho visto le verze ricoperte da una miriade di larve di lepidottero. Dall'alto della mia inesperienza non ho potuto far altro che classificarle come cavolaia.





Il colore delle larve mi sembra diverso da quello dell'anno scorso. Ma non vi e` dubbio che si tratti di un lepidottero, e cosa molto piu` importante di un parassita. Le larve erano troppe e troppo estesa la superficie interessata. Non ho potuto fare altro che ricorrere alla chimica.

Questo mi costera` il titolo di "produttore biologico". Mi sforzo il piu` possibile per eliminare tutta la chimica, ma di fronte a questi tremendi assalti non so cos'altro fare. Spero un giorno non lontano di capire le dinamiche della lotta integrata.


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giovedì 2 ottobre 2008

In riga!


Anche l'occhio vuole la sua parte. ;-)


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Regina dell'inverno

Anche quest'anno l'estate e` passata. Gli orsi cercano una tana per l'inverno, e nel campo non e` rimasto molto da fare. Si fa la guardia alla regina: la verza. Per poter gustare la verza in autunno e` necessario piantarla per tempo.



Ho comprato le piantine la prima settimana di agosto. Dopo aver lavorato e preparato con cura il terreno, le ho messe a dimora. Per tutto il mese di agosto vanno annaffiate con regolarita`. Poi quando la pianta e` bella vigorosa e il caldo molla la presa, si puo` annaffiare meno di frequente. Dipende molto anche dal tipo di terreno.

Qui abbiamo la fortuna di avere molti conigli selvatici, immessi in natura dai cacciatori. La verza va quindi protetta con della rete, almeno nelle prime settimane. Poi quando cresce diventa meno appetibile per i conigli e la rete puo` essere tolta. Dispiace dirlo, ma anche l'apertura della stagione della caccia aiuta. Detto per inciso io sono assolutamente contrario a tutti i tipi di caccia.

La verza e` il paradiso degli afidi. Sono facilmente individuabili perche` le foglie tendono ad arricciarsi, e la colorazione passa da un bel verde intenso ad un verdino chiaro. Altro parassita della verza e` la temibile cavolaia. Ho visto intere verze scomparire nell'arco di una notte.

Quest'anno non ha ancora fatto la sua comparsa. Non saprei dire se a causa delle condizioni meteo, oppure se per l'effetto della rete anti-coniglio. La cavolaia e` la larva di quelle farfalle bianche che non e` difficile vedere nei campi. Forse la rete ha impedito alle farfalle di deporre le uovo sulla verza.

Poi non scordiamoci l'immancabile talpa e le viscide lumache. Forse e` arrivata l'ora di dare un nome a questa fantomatica talpa.


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