lunedì 29 marzo 2010
Gli spinaci di Malthus
Ecco qui come si presentavano oggi gli spinaci. Son cresciuti bene e abbastanza in fretta, tenendo presente che si sono presi quella brutta settimana di freddo polare i primi di aprile. Come potete notare sono stati seminati un po' troppo spessi. E' sempre molto difficile quando si semina a spaglio trovare la giusta distribuzione. Alcune zone risultano densamente popolate, altre vuote.
Di solito per minimizzare questi problemi quando semino traccio delle linee immaginarie. Prendo una manciata di semi e disegno prima una serie di linee orizzontali e poi una serie verticale. Cosi` sono quasi sicuro che ho coperto uniformemente tutta la superficie. Meglio farlo in un giorno senza vento.
Alcune volte riesce bene altre no. Di norma calco sempre un po' la mano. Perche` e` piu` facile intervenire con un diradamento, piuttosto che trovarsi con ampie sono nude da dover riseminare.
Gli spinaci in eccesso possono essere ripiantati nelle zone libere. La distanza ottimale fra le piante di spinaci e almeno dieci centimetri. Misura che rispetto solo nelle zone dove ho ripiantato. Sfoltire fino ad arrivare alla densita` ottimale e` un lavoraccio. Avro` spinaci piu` piccoli ma con foglie piu` tenere.
Se gli spinaci ripiantati tengono, la differenza in dimensioni coi cugini che vivono nella metropoli affollata, si fara` sentire parecchio.
Il che e` anche abbastanza intuitivo. Ma voglio scomodare Malthus per rendere a pieno il concetto. Per quelli che non conoscono Malthus e la sua teoria rimando all'ottimo articolo su wikipedia. Malthus non pensava agli spinaci quando ha scritto i suoi lavori, ma spero possa perdonare questa mia libera estensione della teoria.
Mi limito a un riassunto che definire scarno e` un eufemismo. Lo spazio per gli spinaci e` limitato. Piu` sara` densa la popolazione di spinaci piu` le risorse dovranno essere divise fra piu` individui. Ogni individuo avra` solo una frazione delle risorse. Quindi per avere un ottimo raccolto e` necessario stare sotto ad una soglio critica della popolazione. Superata la quale, si avra` un pessimo raccolto. Perche` la frazione di risorse per ogni pianta non e` sufficiente per il suo sviluppo. Quindi? Piegate la schiena e sfoltite.
Diminuire la popolazione, per aumentare il raccolto.
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6 commenti:
Disquisizione (uffa sto Semola ma non ha una casa sua?) - Malthus diceva anche che "Il rendimento dei terreni tende a decrescere con la messa a coltura di terre non adatte alla coltivazione" magari quersto fosse vero. Non teneva conto della Tecnologia.
In realtà da noi si assiste all'abbandono dei terreni "marginali". Il mio orto in paese è un piccolo fortino romano in mezzo ai barbari, che io mi ostino a difendere. Intorno gli ulivi sono sommersi dai rovi, le vigne e i terrazzamenti crollano.
Curiamo anche le terre difficili, armonizzando uomo e natura solo così possiamo tutelare il paesaggio.
Mi sa che lo devo fare anch'io con la mia rucola in vaso, ma mi piange il cuore ad estirpare...
@ Semola
Come ho detto altre volte "mi casa es tu casa".
L'argomento sembra interessante. Ma non capisco alcune cose. Colpa della mia zucca dura. Hai l'orto in paese, ma intorno ai ulivi e rovi?
Perche` vorresti che il rendimento dei terreni diminuisse? Cosa che fra l'altro e` vera. La teNNologia ti aiuta, ma se smetti ti ritrovi col deserto sotto ai piedi. Prendi la coltura del mais nella pianura padana. Sta in piedi con la teNNologia, ma il terreno e` cosi` povero che se si dovesse abbandonare non crescerebbe nulla per anni.
@ Piccolalory
Stesso tuo problema. Infatti dirado sempre un po' meno del dovuto. Ma questo non e` altro che un paradosso. La logica ci impone di farlo. Ma fortunatamente non sempre seguiamo i dettami della logica.
Mi spiego meglio (è la sintesi che mi uccide):
Io abito in paese e ho ereditato due appezzamenti di terreno, uno vicino a casa con acqua e tutti i confort dove coltivo pomodori, insalata, zucche, zucchine, ravanelli. Uno più isolato, a terrazza sulle pendici delle cave (là dove volano le poiane)in cui ho la vigna e coltiverò solo fave, piselli, cardi, patate, agli.
Il mio paese un tempo era circondato da vigneti e soprattutto uliveti curatissimi uno spettacolo per la vista, ogni piccolo angolino di terra anche il più a strapiombo era terrazzato e sfruttato.
Ora man mano che un vecchio muore .. muore con lui il suo orto e l'amore che ci ha dedicato.
Intorno al mio ci sono altri appezzamenti... da noi non usano le recinzioni. Abbandonati a loro stessi stanno morendo.
Questi sono i terreni difficili da coltivare che vorrei salvare, dove il trattore non arriva, dove si deve scendere e salire.
La risposta potrebbe essere. Ma lasciamoli alla natura..... Poi però chiediamoci perchè i canali di scolo sono chiusi da alberi, aumentano le frane (continua)
Tu casa es mi casa? Mi sposto dal salotto alla cucina.
Io non sono contro la teNNologia, ma la natura ha i suoi ritmi, pause e avvicendamento delle colture. (tu non eri contro i concimi di sintesi?).
In pianura Padana(che diventerà un deserto non appena smetteranno la concimazione chimica) e non solo l'uso sconsiderato di insetticidi tossici neonicotinoidi nella fase di fioritura del mais soltanto in pochi mesi ha distrutto circa 50.000 (non ho sbagliato con gli zeri) alveari. Un'ecatombe.
Il mio unico comandamento è ARMONIZZARE UOMO E NATURA. Il sopravvento dell'uno sull'altro crea disastri. Scusa per lo sfogo era per chiarire la mia posizione.
@ Semola
Grazie per le precizasioni. Sei stato chiarissimo. Se mai un giorno mi trasferiro` nella tua zona, potrei magari prendere in custodia un paio di quegli appezzamenti abbandonati.
Io nemmeno sono contro la teNNologia, ho un computer davanti proprio adesso. Neanche sono contro i concimi di sintesi, mi stanno molto antipaciti quello si. Raramente sono contro qualcosa.
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