Son cavoli miei

Due kili e duecento grammi. Ecco il mio miglior cavolfiore del duemila undici. Contrariamente alle previsioni, annata non male per la verzura invernale.

Piccola premessa. Le coltivazioni in campo aperto si basano essenzialmente sul c**o dell'ortolano. I fattori da tenere in considerazione sono innumerevoli. E non e` possibile avere tutto sotto controllo. Si puo` dare una traccia e cercare di indirizzare le cose nel modo migliore.

Ma poi e` la natura che fa il suo corso. In serra, in un ambiente chiuso e` l'uomo a farla da padrone. Temperatura e umidita` controllate, niente eventi climatici sfavorevoli, parassiti assenti, nutrizione somministrata al grammo.

Molti vicini di orto non hanno avuto successo quest'anno coi cavoli. E ovviamente mi invidiano, e mi chiedono come ho fatto. Non posso certo raccontare la storia del c**o. Quest'estate quando c'e` stato quel periodo di siccita`, andavo avanti e indietro dal campo con le taniche di acqua.

Non  sono stati pochi quelli a cui e` scappato un sorriso. "Ecco il tuareg dei poveri che porta l'acqua al villaggio". Cosi` staranno pensando, mi dicevo. Non che l'episodio centri molto. Anche perche` quando ho messo a dimora i cavolfiori aveva gia` piovuto e le taniche di recupero acqua erano piene.

Ma insomma, se uno non le spara un po' grosse in queste occasioni. Vale sempre il principio "se non puoi convincerli, confondili!". E il Troppobarba parte per la tangente... Questi cavolfiori sono il frutto di una efficace pianificazione dell'apporto idrico. Progettata a tavolino mesi prima della messa a dimora delle piantine. Non hai un piano idrico quinquennale per il tuo orto? Son cavoli... miei. :-)


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