sabato 20 febbraio 2010

Varroa



Seconda serata sull'apicoltura. Si e` parlato di smielatura e operazioni estive e invernali da fare in apiario.

Sembra sia impossibile parlare con un qualsiasi apicolture senza che dopo pochi minuti sia nominata la varroa.

Un vero chiodo fisso. Una bestia nera che toglie il sonno ai piu`. La varroa e` un piccolo acaro che parassita le api. La sua diffusione e` mondiale e le api non riescono a combatterlo da sole.

Se lasciate a se stesse le api scomparirebbero a causa di questo acaro. Riuscirebbero a sopravvivere piccole sacche isolate. Comunque insufficienti per svolgere la fondamentale funzione di impollinazione.

La varroa e` un intruso, un alieno. Arriva dal sud-est asiatico. Nel suo ambiente vive parassitando api asiatiche (apis cerana). Che hanno imparato a combatterla e per loro non risulta disastrosa. Quando il parassita e` venuto in contatto con le nostre api (apis mellifera) ha trovato il paradiso.

Ha avuto cosi` inizio una spettacolare diffusione a livello mondiale. Senza gli apicoltori le api morirebbero nel giro di un anno. Ma chi ha permesso la diffusione del parassita? Spiace dirlo ma e` proprio la pratica dell'apicoltura che ha permesso al parassita di muoversi per il mondo.

L'apicoltore sposta le sue api, le incrocia, compra sciami e regine da altri paesi. In questo modo insieme alle api anche la varroa ha potuto viaggiare per il mondo. Non ci sono ancora soluzioni definitive. Si puo` solo intervenire per abbatterne il numero negli alveari.

Tempo fa nel blog di si era parlato di clandestini. Non mi sembra che sia stata fatta menzione della varroa. Se penso all'importantissimo lavoro di impollinazione che svolgono le api, mi rendo conto che questa minaccia e` tremenda.

Curiosamente anche la robinia pseudo-acacia, ovvero una delle piu` diffuse e produttive piante di interesse apistico e` un clandestino. Arrivata dal Canada nel 1601 per opera del botanico del re di Francia Jean Robin. Da cui il nome Robinia.

Il famosissimo miele monoflora di acacia si ottiene dal nettare di queste piante. Un clandestino da`, un clandestino toglie. Ma quanto c'e` da imparare per tenere le api? Tanto? Troppo? TroppoBarba!


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11 commenti:

semola ha detto...

E' si ... la varroa è un nemico tremendo .. io avevo 20 cassette di api e sono state decimate.
E'un piccolo vampiro che colpisce l'ape prima ancora che nasca (la pupa)... uccidendola o facendola nascere deforme. L'ape reagisce sciamando di continuo.
Come hai detto tu la colpa è dell'uomo... io direi della sua ingordigia.
Colpa di chi pratica il nomadismo ... invece che far andare le api ai fiori .. e lui che TRASPORTA l'ape al fiore per produrre di più ... di continuo.
Attento ai trattamenti .. qualunque corbelleria ti dicano... non farli in vicinanza della produzione... altrimenti rischi di mangairi un miele pericoloso.
Il rischio di un buon miele è però che l'arnia si indebolisca.

TreScogli ha detto...

TroppoBarba, hai già delle arnie?

TroppoBarba ha detto...

@ Semola

Fermi tutti. Devi assolutamente dirmi tutto quello che sai sulle api.

Per i trattamenti contro la varroa sono orientato sull'acido ossalico abbinato al blocco della covata. Che ne pensi?

Hai ancora degli alveari?

@ TreScogli

No. Alla fine di aprile dovrei portare a casa due alveari. Sono un ultra principiante che muove i primi passi.

semola ha detto...

Non voglio raffreddare il tuo entusiasmo ma in realtà le api come tutto il resto le gestiva mio babbo.
Non ho più le api perchè soprattutto a causa della varroa richiedevano troppo tempo è un capitolo lasciato alle spalle. Tuttavia il mondo delle api è meraviglioso le loro regole ... la loro organizzazione, il semplice fatto che lo stesso uovo a seconda della forma della cella e dell'alimentazione determini un fuco, una regina, un'operaia, il mutare dei compiti dell'operaia nel corso della vita. Insomma pur non gestendole direttamente ho respirato un pò di quel mondo.

semola ha detto...

Scusa sono prolisso.
per rispondere alla domanda..
Ho visto molteplici apicoltori utilizzare metodi sperimentali e diversissimi dalla semplice canfora o covate di fuco "trappola" poi bruciate... al secondo me pericoloso, Perizin... ma anche metodi assurdi quali il collare per le pulci del cane.
Quello che posso dirti è che l'acido ossalico spruzzato in ogni favo .... NEL PERIODO INVERNALE è il meno pericoloso.
Metti sul fondo un foglio spalmato di vasellina per controllare l'infestazione poi brucialo
ciao

equipaje ha detto...

Ciao
nel libro "Clandestini" la varroa non era menzionata.
Ti segnalo che ne ha fatto cenno varie volte Nicola / Orto di carta, sempre mettendo l'accento sugli "anni di trattamenti chimici sconsiderati" che ne hanno permesso l'evoluzione a "destructor". Ti rimando a lui, ciao!
http://ortodicarta.wordpress.com/index.php?s=varroa

TroppoBarba ha detto...

@ Semola

Quello che mi ripetono tutti. Se vuoi accudire le api oggi ci devi mettere impegno. Con la lacrimuccia all'occhio dicono in un sussurro "una volta era diverso..."

Grazie per le dritte. Scrivero` nel blog quello che riusciro` a combinare.

@ equipaje

Io stesso non ne sapevo nulla prima di cominciare l'avventura con le api. Ma dato il suo potenziale distruttivo, e l'enorme lavoro di impollinazione svolto dalle api, sono stupido che non se ne parli fuori dagli ambienti di settore.

La varroa potrebbe portare la specie umana all'estinzione. Almeno in teoria.

Non sia mai che un umile zappaterra come me voglia puntualizzare le sante parole di Nicola. Pero` devo dire che non sono stati i trattamenti chimici che hanno fatto evolvere la varroa in destructor. Nome che amo alla follia.

All'inizio si e` classificato male il parassita. Si pensava fosse varroa jacobsoni. Non ricordo quale ricercatore ha poi scoperto che si trattava di un altra specie. La varroa destructor appunto.

Questo non toglie che i trattamenti indiscriminati hanno portato solo guai. Inquinamento ambientale, miele contaminato e sviluppo di ceppi di varroa resistenti al princio attivo usato.

semola ha detto...

Speriamo soltanto che l'uomo non aggiunga errori ad errori. Magari portando anche da noi l'ape africana ... più resistente alla varroa, ma più aggressiva e meno produttiva...... Iniziamo la difesa dell'ape nostrana dalle due cassette di TroppoBarba.

TroppoBarba ha detto...

@ Semola

L'uomo e` un maestro ad aggiungere errori ad errori ad errori. E` di questi giorni la notizia del brutale avvelenamento del fiume lambro.

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=138263

semola ha detto...

Quei poveri animali imbrattati di catrame ... che angoscia.
Penso che questo succeda perchè la maggior parte delle persone guarda alla natura dall'esterno. Come fosse in tv. Non sentono le stagioni.. i profumi ... i colori.
sentono solo il caldo ... il freddo.. la pioggia. Quanti come te si soffermano a vedere una margherita che cresce? Spesso (ANCHE giustamente)si combattono battaglie lontane contro l'uccisione di un leone .. una tigre... poi al primo topolino o ragnetto che entra in casa si chiama la protezione civile.
Per questi la natura è bella .. purchè stia altrove.

TroppoBarba ha detto...

@ semola

Mi trovi d'accordo su tutto. L'angoscia cresce se penso anche ai pesci, agli insetti, alle erbe, alle piante, a tutto l'ecosistema sulle rive del fiume distrutto. Per cosa? Due lire in piu` in tasca, e la m***a alle caviglie. Per carita` non mi fanno schifo i soldi e non ci sputo sopra. Pero` ci sono delle priorita`, e nella mia scala i soldi non sono al primo posto. Non entrano neanche nei primi dieci.

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